Il protocollo di Teodoro – Intervista a Tiziana Cetera

Il protocollo di Teodoro è la storia di un uomo comune che ha perso tutte le motivazioni che avevano dato speranza alla sua giovinezza, e si chiude in una solitudine silenziosa e innocua. Per riscattare sé stesso, comincia una graduale trasformazione e, con agghiacciante lucidità, compie una serie di efferati delitti.

Michela Mignozzi ha intervistato l’autrice del romanzo, Tiziana Cetera.

Tiziana, ti vediamo per la prima volta come scrittrice. Il protocollo di Teodoro è il tuo primo romanzo. Cosa ha fatto nascere in te la voglia di scrivere?

In verità, non me la sento di essere definita scrittrice, questa è solo la mia prima pubblicazione. Chissà, forse un giorno lo diventerò… sarà il tempo a deciderlo!

Per adesso, mi ritengo una persona che ama scrivere. In effetti, la scrittura ha sempre fatto parte di me, della mia vita. 

Certamente questa pubblicazione è stata l’occasione per dare espressione alla mia passione, come può succedere su un palco teatrale per una ballerina, un musicista.

I greci direbbero il mio kairòs, cioè l’opportunità, il momento supremo, un tempo nel mezzo in cui accade qualcosa di speciale.

Ebbene quello che di speciale mi è accaduto, è stata una telefonata. 

Circa un anno fa, in una mattina di novembre, mi chiama un mio amico, Marco Tagliente, e mi fa una proposta: conoscere il suo amico Ivan Solla.

Ivan aveva in mente un romanzo e cercava qualcuno che lo aiutasse a dare espressione, corpo alla sua idea. 

Io ho accettato questo gioco, perché inizialmente è stato proprio un gioco.

Così, abbiamo cominciato a lavorato per via telematica, perché in quel momento il lockdown ci costringeva a stare lontani, distanziati, isolati.

La sua idea si è incontrata con la mia parola, con la mia scrittura ed è venuta fuori questa pubblicazione, che io considero il kairòs mio e di Ivan Solla.

Nel tuo libro ha descritto delle donne con caratteristiche particolari. Cosa c’è di Tiziana in queste donne?

Sì, effettivamente descrivo diversi personaggi femminili -ahimè- perché non le tratto molto bene.

Però, quando si creano dei personaggi, o l’autore gli attribuisce caratteri e aspetti che rispecchiano quello che gli piace o lo diverte di più, perché la scrittura è anche piacere e divertimento; oppure li può creare proprio a sua immagine e somiglianza.

Altre volte, ci mette delle pennellate che gli appartengono sia dal punto di vista fisico che interiore e psicologico. Io credo di aver seguito questa terza strada.

Il 29 ottobre, nella biblioteca comunale di Palagiano, presenterai il tuo libro. Dacci un buon motivo per partecipare alla presentazione

Un buon motivo potrebbe essere riflettere insieme e magari capire cosa può succedere ad un uomo qualunque.

Simone Logos Losito

Editor, blogger, copywriter. Amo la scrittura, la fotografia, l’arte contemporanea e tutte le forme di espressione della creatività. https://www.logositalia.com

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